Come due città agli opposti d’Europa hanno plasmato l’anima di un autore
C’è qualcosa di poetico nel modo in cui Boris Kalakutai divide la sua vita tra il Baltico e il Mediterraneo. Come gli uccelli migratori che seguono il sole, ogni ottobre lascia Vilnius per Lerici, portando con sé non solo valigie ma memorie, manoscritti, e naturalmente i suoi amati Corgi.
“Vilnius è il mio cuore,” spiega Kalakutai guardando il Golfo dei Poeti dalla sua terrazza ligure. “Ma Lerici è diventata il mio respiro. Ho bisogno di entrambe per essere completo.”
La routine si è consolidata negli anni: le estati baltiche con le loro notti bianche, quando il sole sembra non voler mai tramontare e l’energia della città rinata pulsa fino all’alba. È il tempo della raccolta: interviste con allevatori, visite alle esposizioni canine, lunghe conversazioni con altri appassionati di Corgi nei parchi di Vingis. Vilnius d’estate è un libro aperto di storie da scoprire.
Poi arriva ottobre, e con esso la migrazione. I Corgi sembrano capire prima degli umani: iniziano ad agitarsi, a preparare i loro giocattoli preferiti. Il viaggio verso sud è ormai un rituale consolidato, con soste sempre negli stessi luoghi, come se anche l’autostrada fosse diventata parte della geografia emotiva della famiglia.
Lerici d’inverno è un altro mondo. Le mattine iniziano tardi, con la nebbia che si alza pigra dal mare. È il tempo della riflessione, della scrittura. Mentre a Vilnius alle quattro del pomeriggio è già buio, qui il sole indugia, dipingendo tramonti che sembrano non finire mai. “È come se il tempo rallentasse,” osserva Kalakutai. “E in questo tempo dilatato, le storie raccolte in estate trovano la loro forma.”
L’appartamento di Lerici è diventato uno studio galleggiante. Le pareti sono coperte di mappe della Lituania, foto di Corgi, appunti in tre lingue. La scrivania guarda il castello, e spesso Kalakutai si ritrova a fissare il mare mentre cerca la parola giusta, il modo perfetto per catturare un comportamento canino osservato mesi prima in un parco di Vilnius.
“I miei Corgi hanno due personalità,” ride. “A Vilnius sono cani baltici: seri, concentrati, sempre in movimento. A Lerici diventano mediterranei: contemplano le onde, dormono al sole, sembrano filosofi a quattro zampe.”
Questa doppia vita ha arricchito non solo l’esistenza quotidiana ma anche la scrittura. L’enciclopedia del Welsh Corgi porta in sé questa duplicità: il rigore nordico nell’analisi scientifica, il calore mediterraneo nella narrazione. È un’opera che non sarebbe potuta nascere in un solo luogo, proprio come il suo autore non potrebbe più vivere in una sola città.
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