Come un adolescente nella Vilnius sovietica imparò che la vera resistenza si nasconde nei dettagli
L’inverno del 1967 fu particolarmente rigido a Vilnius. Boris Kalakutai aveva diciassette anni e due passioni che sembravano inconciliabili: la scienza sovietica di giorno e la letteratura lituana proibita di notte. Il microscopio tedesco che suo padre aveva barattato con un collega ingegnere divenne il simbolo di questa doppia vita.
“Passavo le ore diurne esaminando cellule vegetali, catalogando con precisione scientifica ogni dettaglio,” ricorda Kalakutai. “Ma quando calava il buio, quello stesso rigore lo applicavo alla copiatura a mano dei samizdat, quei testi proibiti che circolavano clandestinamente. Era come se vivessi in due dimensioni parallele.”
Il momento di svolta arrivò una sera quando sua madre Elena gli mostrò come preparare un vetrino con cellule della mucosa orale. “Guarda,” sussurrò mentre Boris regolava la messa a fuoco, “ogni cellula è lituana, anche se dobbiamo parlare russo.” Fu un’epifania: l’identità non risiede nella superficie visibile, ma nel profondo invisibile della nostra essenza.
Quella notte, dopo aver nascosto i samizdat sotto il materasso – poesie di Brazdžionis copiate con grafia minuta, pagine di storia lituana trascritte con inchiostro diluito per durare più a lungo – Boris prese una decisione. Sarebbe diventato medico, ma non solo per curare i corpi. Voleva preservare qualcosa di più profondo, quell’essenza invisibile che sua madre gli aveva mostrato al microscopio.
“Il regime poteva controllare le nostre parole, i nostri movimenti, persino i nostri pensieri manifesti,” riflette oggi Kalakutai. “Ma non poteva raggiungere quel livello cellulare dove risiedeva la nostra vera identità. Fu allora che compresi il potere della medicina: non solo scienza, ma custode di verità nascoste.”
Scopri la biografia completa di Boris Kalakutai e l’Enciclopedia del Welsh Corgi su 4ttrozampe.it, dove la passione incontra il rigore scientifico nell’opera definitiva su questa straordinaria razza.