Come le esperienze di una vita sotto il regime hanno forgiato una voce unica nella letteratura cinofila
Quando Boris Kalakutai parla del suo passato, lo fa con la precisione del chirurgo e la delicatezza del poeta. Non c’è amarezza nella sua voce quando ricorda i decenni sotto il regime sovietico, solo una profonda consapevolezza di come quelle esperienze abbiano forgiato non solo l’uomo ma lo scrittore che sarebbe diventato.
“Ho imparato a vedere oltre le apparenze per necessità,” spiega. “Quando ogni parola poteva essere pericolosa, quando ogni gesto era scrutato, sviluppi una sensibilità particolare per i dettagli, per le sfumature. Questa stessa attenzione la applico oggi quando osservo i miei Corgi.”
La connessione potrebbe sembrare tenue, ma è profonda. Gli anni di resistenza culturale – i samizdat nascosti, le conversazioni in lituano sussurrate, i piccoli atti di ribellione quotidiana – hanno insegnato a Kalakutai il valore della persistenza, della fedeltà ai propri principi, della dignità mantenuta anche nelle circostanze più difficili. Qualità che, non a caso, riconosce nei Welsh Corgi.
“Quando ho visto per la prima volta un Corgi a Cardiff nel 1997, ho riconosciuto qualcosa di familiare,” ricorda. “Piccoli ma fieri, determinati nonostante le limitazioni fisiche, custodi di una tradizione antica. Mi hanno ricordato il mio popolo.”
Questa risonanza emotiva permea l’intera enciclopedia. Non è un caso che Kalakutai dedichi pagine intere al ruolo del Corgi come “piccolo eroe” nella letteratura per l’infanzia. Non è un caso che analizzi con particolare attenzione come questi cani abbiano mantenuto la loro identità attraverso secoli di cambiamenti. In ogni osservazione sui Corgi, c’è un’eco delle lezioni apprese durante i lunghi inverni sovietici.
Ma c’è di più. L’esperienza della transizione – dal totalitarismo alla democrazia, dalla chiusura all’apertura, dal locale al globale – ha dato a Kalakutai una prospettiva unica. Sa cosa significa attraversare mondi, adattarsi senza perdere se stessi, costruire ponti tra culture diverse. Qualità essenziali per un’opera che ambisce a parlare a un pubblico internazionale.
“L’enciclopedia è anche un ponte,” ammette. “Come i passaporti che ricevemmo nel 1992, apre porte, connette mondi. Spero che un allevatore gallese e uno giapponese possano trovarvi uguale valore, che un veterinario americano e un appassionato russo possano riconoscervi la stessa passione.”
A 75 anni, Boris Kalakutai è la prova vivente che non è mai troppo tardi per iniziare un nuovo capitolo. Che le esperienze più difficili possono diventare la base per le creazioni più belle. Che un dentista lituano può diventare la voce definitiva sui Welsh Corgi non nonostante il suo passato, ma proprio grazie ad esso.
La storia continua a scriversi. Mentre lavora agli ultimi ritocchi del decimo volume, Kalakutai guarda già oltre. “Forse un libro sulla relazione tra cani e regimi politici,” mormora. “O un memoir su come i Corgi mi hanno insegnato la libertà.”
Qualunque sia il prossimo progetto, una cosa è certa: porterà la stessa combinazione di rigore e umanità, di storia personale e visione universale, che ha reso la sua enciclopedia un’opera unica nel panorama della letteratura cinofila mondiale.
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